Una mattina qualsiasi di primavera sul tram numero 1. Vecchi sedili di legno e lampade di una volta: siamo su un tram “1928”. Il sole ancora basso nel cielo, le ombre azzurre, gelide e umide. Sbadigli, starnuti. Nervose telefonate di lavoro, zaini ingombranti, smorfie. Inizia un’altra settimana. Ma a ben vedere c’è qualcuno che non si fa coinvolgere dal generale clima di insofferenza. Capelli lisci e biondi raccolti sulla nuca, mani ben curate, tailleur nero. Legge con la tranquillità di chi è seduto sul divano di casa e può permettersi il lusso di ignorare lo scorrere del tempo che passa. Non buttiamoci giù. E’ un invito, un’invocazione. Mentre il tram procede lento e scricchiolante con il suo incedere démodé.
Il tram! L’altroo giorno ero in tram a Napoli e, stranamente, non ero la sola a leggere!
Viva il tram! Secondo me concilia la lettura molto più degli altri mezzi (metro e bus).
Sì! La metro in realtà mi sembra troppo rumorosa.
Altroché!
Ne ho sentito parlare mokto bene. Lo vorrei leggere
Io l’ho letto qualche anno fa, una lettura molto piacevole, te lo consiglio! 🙂
Seguirò il consiglio. Grazie
Grazie a te! 🙂
Io non ci riuscirei, solo a casa mia riesco a rilassarmi completamente.
Nemmeno io. Ma chissà, forse per alcuni questi sono gli unici momenti di libertà in una giornata frenetica.
C’è da dire che a me viene il mal di mare quando leggo in movimento.
Anche questo è un problema. Secondo me in questo senso il treno è il mezzo migliore… ma ovviamente il mio è un parere soggettivo.