Fine di una giornata terribile. Una di quelle in cui, per intenderci, solo del cibo spazzatura e una rivista del più becero gossip potrebbero risollevarmi il morale. Sono ormai vicinissima a casa, tanto che potrei fare una passeggiata, ma mi sento sopraffatta dalla stanchezza, la pigrizia vince e prendo al volo il 90 Express. Mi piace l’aria “popolare” che vi si respira: operai, anziani, badanti, studenti. Il clima, sulla linea, è così familiare che l’autista ogni tanto saluta per nome chi sale e chi scende. C’è chi chiacchiera al telefono, chi dorme, chi ascolta musica, ognuno nel proprio microcosmo. Devo solo attendere due fermate, ma c’è un posto libero e mi siedo ad osservare quest’umanità. Proprio di fronte alle porte centrali, in piedi, appoggiato con le spalle al finestrino, c’è un uomo intorno ai 40 anni, stempiato, camicia scura a righe verticali, tiene tra i piedi la cartella di lavoro e nella mano sinistra, ove spiccano due anelli d’argento, La Foresta di Joe R. Lansdale.
Risollevarsi con cibo spazzatura è strano. Eppure “sgarrare” ogni tanto riporta equilibrio. Mi chiedevo: esistono autobus nonpopolari? Sono anni che npn ne prendo uno. Treni e metropolitane sono abitati da genti varie, ma l’autobus l’ho sempre visto come popolare…
In effetti dipende dal bus. A Roma è facile trovare bus pieni solo di turisti o di anziane signore “bene” dei quartieri alti. Anche se, in definitiva, il mezzo pubblico è popolare per definizione 🙂
Personalmente ricerco il “cibo spazzatura” quando in qualche modo una parte di me ha contribuito a rendere una giornata terribile, ecco il perchè del riferimento (temo sotto certe scelte ci sia un’insana esigenza di volersi punire un po’..). Quanto al fatto che l’autobus come mezzo sia considerato “popolare” indubbiamente per molti versi è così, come per tutti i mezzi pubblici credo, ma io mi riferivo i viagiatori abituali di quell’autobus: in quest’ultimo caso l’equazione non sempre vale; molto dipende dai quartieri che l’autobus attraversa.
Chiara, diciamocelo: il cibo spazzatura è buono 🙂
E’ sicuramente saporito 😉
ultimamente capita che quando arrivo a Termini faccio un salto da MC, lo so non lo dovrei fare ma è più forte di me, piace mangiare il panino camminando, chissà se Dorian Gray l’ha mai fatto? 🙂
Lansdale è cupo quanto una di quelle pesanti giornate che hai descritto. E non è sempre vero che bisogna combattere la pesantezza leggendo l’inconsistenza. A volte aiuta guardarsi dentro, per staccarci dal grave. Lo faceva Picasso, lo facciamo anche noi, pur nel rispetto del multiverso umano..
“..non è sempre vero che bisogna combattere la pesantezza leggendo l’inconsistenza”. Vero…Purtroppo, lo ripeto, per quanto mi riguarda temo sotto certe scelte ci sia un insano desiderio di volersi punire..Guardarsi dentro, lavorare su se stessi, sarebbe sicuramente più costruttivo, ma è anche impegnativo e a volte, invece, si sente il bisogno di percorrere una strada più “facile”..