La mattina non è certo delle migliori: temperature prossime allo zero, pioggia ininterrotta che scende da un cielo cupo e scuro che promette poco di buono e ritardi sulla linea; a differenza di altri giorni in cui i più temerari si presentano al binario anche con largo anticipo, oggi la sala d’attesa è stipata di persone, sia sedute che in piedi.
Tra tutti, la maggior parte di queste persone controlla il tabellone luminoso o lo schermo sempre luminoso del telefono, intervallandola ogni tanto con uno sguardo fuori al cielo che non ha voglia di aprirsi; tra queste persone però c’è una ragazza che, rassegnata ad aspettare, legge Le testament français di Andreï Makine.
Una matita nella mano destra pronta a cerchiare alcune parole sconosciute e un dizionario appoggiato alle gambe per scoprirne il significato, la ragazza legge pagine su pagine, fino al tanto agognato annuncio dell’arrivo (in ritardo) del treno al binario 4.
Leggere col vocabolario è il desiderio e necessità di capire
Pienamente d’accordo!
consigliatomi da mio papà. mai letto. la paura del “mattone” mi ferma…
Per quelli oltre ad una borsa grande serve anche molto tempo, se non l’hai iniziato lo capisco!