Senza veli [ROMA]

copertina Senza veliAvete presente quando vi attardate per finire qualcosa di iniziato, ma che avreste potuto tranquillamente rimandare all’indomani e poi, nel momento in cui vi avviate a prendere l’autobus – che normalmente attendete per momenti interminabili – due se non addirittura tre vetture tra quelle che avrebbero potuto portarvi a destinazione, sfrecciano una dopo l’altra davanti ai vostri occhi increduli, mentre voi, sconsolati, vi stramaledite per non esservi affrettati quando avreste potuto? Ecco, questa è la condizione in cui mi ritrovo oggi. Sconfortata, mi convinco a raggiungere a piedi il non distante capolinea in modo da non lasciarmi sfuggire anche l’autobus che vi staziona, rassegnata all’idea che dovrò aspettare ancora prima di poter partire. La mia frustrazione mattutina viene però risarcita in qualche modo dalla lettrice dai capelli riccissimi e dal giubbotto grigio che, quasi simultaneamente a me, prende posto nel sedile davanti e che, con mani curate e unghie smaltate, prende dalla borsa Senza veli di Chuck Palahniuk. Legge distrattamente rivolgendo spesso lo sguardo oltre il finestrino, almeno fino a quando l’autobus non parte. Poi interviene qualcos’altro a distrarre non solo lei, ma tutta la vettura: la “colorita” conversazione telefonica tra una pendolare e, presumibilmente, il fidanzato che dall’altro capo del telefono tenta di far fronte alle domande incalzanti di lei facendo affiorare in noi passeggeri un unico, comune sentire: “Per carità, lasciatevi!”

Un commento

  1. Molto incalzanti evidentemente

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