IL VECCHIO E IL MARE [MILANO]

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Ora di punta, M1: è un caldo e umido lunedì mattina di fine luglio, i vagoni della metro sono talmente affollati che manca il respiro: l’aria è pesante e soffocante.

Gira la testa e il cuore inizia a battere a un ritmo incalzante, sono in affanno. Nella confusione, trovo il mio punto di riferimento. E’ lì, a pochi metri da me. La mia attenzione non viene stuzzicata da ormai mesi e mesi, i lettori metropolitani si contano sulle dita di una mano, i lettori speciali ancora meno. Lui è uno di questi ultimi.

Sarà il look bizzarro, sarà quella sua sfumatura di tranquillità sul volto in quella che è la giungla metropolitana di questa mattina, sarà che divora un libro a tempo dei battiti del mio cuore.

Si attraggono come una calamita: una vera forza magnetica aleggia tra il ragazzo e il suo libro, ancora di salvezza nel tran tran mattutino. Una, due, tre pagine e via così fino alla stazione di Cadorna, dove a malincuore devo lasciarlo.

Fino all’ultimo non capisco cosa lo tenga così impegnato nella lettura, quale sia l’appassionate libro che lo travolge e lo estrania da noi, dal caldo, dal lento, noioso e infinito viaggio. Ho qualche secondo ancora per non perdere la mia fermata prima che le porte si chiudano davanti al mio naso: in un battito di ciglia, lo vedo e me lo imprimo nella mente, è  Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, appassionante, riflessivo, profondo.

 

 

 

2 commenti

  1. Libro che consiglieresti?

    1. Ciao elenuccia, un libro breve ma intenso! Te lo consiglio 🙂

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