The girl who played with fire [VIENNA]

thegirl

Metro U4, mezzodì.

Cappuccetto nero oltrepassa le porte d’entrata con leggerezza, ruota di centottanta gradi su se stessa e si infila nell’angolo tra le porte e lo schienale dei primi sedili, dando le spalle al resto dei passeggeri. Una treccia lunga e disordinata fuoriesce dal cappuccio; un elastico blu cerca di domare, rassegnato, i ricci che scappano dal groviglio corvino. Di nero ci sono anche i jeans, gli stivaletti e una piccola borsa che pende dall’incavo tra il collo e la clavicola. L’entrata diventa presto uscita, e le persone le passano davanti senza che lei muova né sguardo, né corpo. Ha un’aria schiva di chi non vuol essere disturbato e uno sguardo concentrato e ambizioso: le pagine restanti sono poche e le fermate che la separano al capolinea sempre meno. Conquistato il suo angolo di silenzio, abbassa il cappuccio e svela, inaspettatamente, due orecchini di perla chiara che le illuminano il viso: una panoramica fugace al vagone, un lungo respiro, poi l’ultima immersione – The girl who played with fire di Stieg Larsson.

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5 commenti

  1. Cappuccetto nero mi piace

    1. l’abbinamento nero e libro è piaciuto anche a me

  2. riuscirà la nostra ragazza che gioca con il nero a finire il libro?
    🙂

    1. in apnea, forse sì

  3. Pareva Lisbeth. Gli orecchini di perla l’hanno tradita.

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